DIARIO

Filicudi - giorno 1
21/05/2023


Mi accoglie Stefano, mi aspetta al porto. 

È gentile, penso sia contento di vedermi ma non lo dice. Io sono molto felice. 

L’aliscafo non è attraccato al porto perché c’era troppo vento, ma a Pecorini Mare, 

lo stesso posto dove l’anno scorso sono stato in vacanza (grazie Adi!)

e che mi ha fatto conoscere e amare dall’inizio Filicudi. 

Salgo in macchina, in pochi minuti di salite e strade strette arriviamo. 

Mi sistemo nella stanzetta che mi hanno tenuto, esco subito. 


Stefano e Adelaide, la sorella, gestiscono l’unico ristorante aperto tutto l’anno a Filicudi, 

Villa La Rosa.

Ho voglia di chiacchierare, di stare in mezzo alle persone e Villa la Rosa è il posto giusto: Stefano e Adelaide conoscono tutti, sono la memoria storica dell’isola. 

Mi raccontano che i genitori hanno iniziato nel 1972 ad accogliere i turisti, 

prima in casa, poi piano piano hanno costruito il ristorante e le camere.


Si ricordano di quando dovevano passare l’estate dalla nonna, perché camera loro veniva occupata dai turisti,
mi ricorda molto la nascita delle pensioni a Rimini, dove si cucinava quello che c’era e si
mangiava tutti insieme. 


Adelaide è la cuoca dal 1987, anno in cui il padre è morto, e la sua cucina è conosciuta e apprezzata, Stefano ha sempre fatto tutto quello di cui c’era bisogno. 


Da sempre, a Villa la Rosa passano tutti.


Dai filicudari per un caffè la mattina o un piatto per pranzo, ai turisti che si innamorano delle storie che ascoltano, a chi ha casa qua da tanti anni e ritrova la stessa accoglienza e gentilezza di decenni fa.

Villa La Rosa è un posto da visitare e conoscere.

 

Non è un resort 5 stelle, e probabilmente è la sua fortuna. È un posto dove ognuno si può sentire a casa, dove puoi incontrare i racconti più belli di tempi passati, 

quando sull’isola non c’erano né strade né corrente elettrica, 

i pesi si portavano con i muli e il porto non esisteva.


Ceniamo con un cous cous di pesce buonissimo, vado a dormire.