DIARIO

Filicudi - giorno 8
28/05/2023


Sarà una giornata pazzesca, spoiler. 

Ho in mente Alicudi, in giornata; non sono mai stato.


La solita sveglia faticosa con poche ore di sonno, scendo a piedi al porto e prendo l’aliscafo. Arrivo sul molo di Alicudi, ho fatto il viaggio con Bartolo, che vive tra Filicudi e Alicudi e alcuni viaggi in giro per il mondo. Gli faccio domande, dove andare, cosa fare, chi incontrare. Ho un appuntamento per pranzo con Roberto, un pittore napoletano che vive sull’isola e dev’essere un tipo super forte.


Inizio a salire per i gradini dell’isola, è caldo ma tira un po’ di vento che rende tutto meno faticoso. 


100, 200, 400, 800 gradini.


Più o meno a questa altezza c’è la chiesa di San Bartolo, il patrono dell’isola. È chiusa, ma comunque bellissima. Un panorama mozzafiato, si vede Filicudi in fondo. 


Sono ancora le 11, ho tempo per salire ancora. Alicudi è una grande montagna (la cima è a 675m slm), non ha strade carrabili ma solo mulattiere e qualche gruppo di case sparuto. I pesi si portano su con gli asini, l’acqua arriva come a Filicudi con la nave cisterna o viene raccolta quella piovana in grandi vasche.


La pace che provo qua mi ricorda la Val Codera, ma forse l’isola è ancora meglio. 


Continuo a salire, arrivo a Montagna, a circa 550 mt. Ci sono poche case ma tanti campi coltivati. 


Fave, piselli, uva, cipolle. Tante capre selvatiche anche, che vivono in cima. 


Vorrei arrivare al cratere, che dicono essere il posto più bello dell’isola, ma è mezzogiorno e fa troppo caldo, e poi non so se arriverò in tempo per pranzo. 


Decido di scendere, mi rendo conto di quanta strada ho fatto e dei tanti gradini saliti. 

Arrivo a casa di Roberto, che ho trovato grazie alle indicazioni di un abitante dell’isola. 


C’è Floh ad accogliermi, il suo cane.


Mi sento subito a casa, la vista è incredibile, c’è serenità e l’edificio mi piace tantissimo. 

Non ci conoscevamo, ma grazie ad un’amica in comune l’ho contattato e abbiamo organizzato questo momento insieme.


Robi lavora su vetri antichi con una tecnica particolare, fa cose veramente belle. Penso sia un artista vero, profondo, innovativo ma estremamente rispettoso dell’isola e delle tecniche antiche di pittura. 


Parliamo di tante cose, mi prepara una pasta al finocchietto che lui dice essere terribile ma per me è veramente buona. 

Dopo alcuni calici si fanno le 3.30, è ora di tornare al porto e riprendere l’aliscafo verso casa. 


Sono stanco morto, ma anche oggi penso di essere una persona fortunata.