DIARIO
Filicudi - giorno 9
29/05/2023
Lunedì è lunedì anche se sei su un isola e non lavori.
Dopo la solita colazione e le chiacchiere di routine con Pino3, Gianni, Stefano e qualcun altro penso di aver voglia e necessità di camminare.
Vorrei andare un po’ al mare, sembra strano ma non ci sto andando spesso.
Parto a piedi per la mulattiera e arrivo al porto in breve. C’è troppa gente, mi prendo un caffè da Nino e scelgo di spostarmi alle Punte. È caldo, ma camminare mi fa stare bene.
Cerco invano scorciatoie per arrivarci, ma non ne trovo, quindi strada carrabile.
Arrivo, è completamente vuoto e capisco perché: è pieno di meduse.
Rimando il bagno, proseguo per il sentiero che passa sotto capo graziano e finisce in niente, ma con una bella vista sulle solite sorelle delle Eolie.
Ho il solito concerto di Battiato a Baghdad nel 1992 (che è pazzesco, ve lo linko) nelle orecchie, mi siedo per un po’ a guardare l’orizzonte.
Passa il tempo veloce, poi siccome sono in mood camminata decido di proseguire per i sentieri che l’isola offre.
Passo per Filo Braccio, un villaggio dell’età del bronzo precedente a Capo Graziano.
Nell’unica targa che c’è capisco che i primi insediamenti nascono lì, sulla costa, poi piano piano negli anni ci si sposta su, verso la montagna, per proteggersi da potenziali attacchi di nemici.
Filicudi è completamente terrazzata, anche in posti difficili da raggiungere.
Proseguo per il sentiero Fossetta, arrivo a Pecorini Pecorini Chiesa, poi Stimpagnato e alla fine mi ritrovo al Saloon, a Pecorini Mare, perfettamente in orario per l’aperitivo.
Prendo una birra, cerco un passaggio per tornare su e Gianni mi offre il cassone della sua Ape.
Mi sembra perfetto, andiamo.
Sono contento di questo viaggio, me lo godo proprio.
Mi lascia a Villa La Rosa, poi se ne va.
Che tipo, Gianni.